Giambattista Tiepolo
Una fulgida carriera
Venezia, 1696-Madrid, 1770
L’attività di Giambattista Tiepolo percorre tutto il Settecento e tutta l’Europa segnandola di un carisma stilistico di eccezionale importanza.
Avviato alla pittura da Gregorio Lazzarini, il suo nome figura iscritto nella Fraglia dei pittori veneziani del 1717 e poi, a più riprese, dal 1726 al 1753.
Nel 1719 sposa Cecilia Guardi, sorella dei pittori Antonio, Francesco, Niccolò, dalla quale avrà nove figli: due di essi, Giandomenico e Lorenzo, saranno tra i suoi fedeli collaboratori.
Già celebre, nel 1726 gli viene commissionata dal patriarca veneziano Dionisio Dolfin la decorazione della cappella del Sacramento nel Duomo di Udine e quella di alcuni ambienti del Palazzo Arcivescovile della stessa città. Successivamente, gli incarichi divenuti sempre più numerosi, lo spingono ad impegnarsi in una vastissima produzione, di cui qui si menzionano solo alcune tra le opere più importanti. Nel 1737 inizia gli affreschi della chiesa veneziana di Santa Maria del Rosario (i Gesuati) mentre, qualche anno dopo (1740) a Milano porta a termine la decorazione di Palazzo Clerici; nel 1743 per la Parrocchiale di Verolanuova (Brescia) dipinge due immense tele, Raccolta della Manna e Sacrificio di Melchisedec; dal 1746 alla partenza per Würzburg dipinge a Venezia il soffitto della Scuola dei Carmini, quello della chiesa degli Scalzi (andato distrutto), affresca villa Cordellina a Montecchio Maggiore nei pressi di Vicenza, Palazzo Pisani Moretta a Venezia e Palazzo Labia.
Nel 1751 si trasferisce a Würzburg con i figli e l’ornatista e stuccatore Felice Bossi, per effettuare la decorazione ad affresco della Residenza del principe vescovo: l’opera, estesa sulle pareti e sui soffitti con temi celebrativi della storia germanica, fu considerata la più importante realizzata nel Settecento in tutta Europa per la magnificenza dell’apparato e la ricchezza della grande macchina pittorica, perfettamente inserita nell’architettura fastosa del palazzo.
Rientrato a Venezia nel 1753, carico di gloria e di commissioni, continua senza sosta ad affrescare palazzi, chiese e ville della provincia, tra cui il Palazzo e la Villa Valmarana a Vicenza.
Nel 1762 re Carlo III lo invita in Spagna, succedendo a Jacopo Amigoni nell’incarico di pittore di corte. A Madrid, dove decora il Palazzo Reale, si trattiene a lungo, sostenuto dal favore del sovrano che gli procura continue ordinazioni; qui muore il 27 gennaio 1770.