Capolavori del Museo Sartorio scelti da Vittorio Sgarbi e restauri de Gli Orti di Venezia

L’esposizione, a cura di Vittorio Sgarbi e Lorenza Resciniti, aperta al pubblico il 27 aprile, in concomitanza alla rassegna Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi, al Salone degli Incanti, raccoglie al Civico Museo Sartorio 30 opere selezionate da Vittorio Sgarbi. Si tratta di dipinti e sculture emblema della casa museo e della collezione dei Civici Musei di Storia ed Arte e trovano corrispondenza con gli autori presenti nella mostra al Salone degli Incanti. Affiancati ad essi, sei dipinti restaurati grazie al sostegno de Gli Orti di Venezia in collaborazione con Coop Alleanza 3.0. Pure questi appartenenti alle collezioni dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, hanno riacquistato il loro antico splendore e vengono per la prima volta esposti al pubblico. Risalenti al periodo tra il XV e il XVII secolo “Suicidio di Lucrezia”, “Decollazione di San Giovanni Battista”, ”Ecce Homo o Cristo deriso”, “Madonna col Bambino”, “La lanterna di Diogene” e “Madonna col Bambino di Pasqualino Veneto”. Durato 8 mesi, il restauro è stato di tipo conservativo, ovvero rivolto alla conservazione dei caratteri tipologici strutturali, formali e ornamentali dell’opera e alle eliminazioni di eventuali aggiunte avvenute nel corso dei secoli che ne snaturano il significato artistico. Il progetto ha coinvolto realtà laboratoriali e artigianali del Friuli Venezia Giulia accreditate MiBACT. Gli interventi di restauro sono stati infatti eseguiti da quattro ditte di restauro, tre delle quali di Trieste e una di Gorizia: Laboratorio di restauro Carla Vlah, Restauro Opere d’Arte Nevyjel e Ragazzoni, Laboratorio Restauri d’Arte di Deffar e Russo Cirillo, Laboratorio di restauro Lucio Zambon con Ginevra Pignagnoli. “Mi rende fiero l’idea che la mia azienda – commenta Paolo Tamai, titolare de Gli Orti di Venezia – sia a Trieste la prima realtà che, grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, abbia contribuito a restituire alla comunità degli splendidi tesori artistici. Io e mia moglie Marina pensiamo che sia possibile contribuire quotidianamente alla costruzione e al funzionamento di ogni azienda, famiglia o istituzione vivendo il lavoro non solo come dovere quotidiano, ma come parte necessaria di un tutto che si chiama comunità sociale. Il nostro sostegno all’intervento di restauro ha reso un bene comune nuovamente fruibile alle persone, le stesse che tutti i giorni acquistano le insalate de Gli Orti di Venezia. Partendo dalle cose semplici l’impegno di molti può dare sicuramente importanti risultati”.

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