Ritratto di un giovane orientale

Felice Schiavoni (attr.) (Trieste, 1803-Venezia, 1881) Testa di orientale, 1835-40 olio su tela, cm 51,5x44 legato Anna Segrè Sartorio, 1947 inv. 10/5439

Figlio del pittore Natale, dal quale è spesso difficile distinguerne la mano, Felice già a undici anni iniziò a studiare pittura, prima a Milano e dal 1816 a Vienna, presso l’Accademia di Belle Arti. Divenne noto col nome di “Raffaello veneziano” in quanto il grande maestro cinquecentesco fu per Schiavoni un richiamo peculiare.

In questo dipinto il volto serio e barbuto, reso nei dettagli, rispecchia quello dei tanti personaggi che affollano i quadri storici di grandi dimensioni realizzati da Schiavoni, come ad esempio La morte di Raffaello (Museo Puškin), dove i soggetti vestono costumi in uso nel Medioevo, epoca storica che nel primo Ottocento era considerata gloriosa.

Prima del restauro
Dopo il restauro

Sia Felice che il padre, detto il “pittore delle Grazie” per la grandissima produzione di dipinti raffiguranti figure femminile spesso occhieggianti e discinte, furono contagiati dallo spirito orientalista presente a Trieste e a Venezia già nel ‘700. Le due città adriatiche erano popolate da personaggi provenienti dalle più svariate parti del mondo, tra cui il vicino oriente. Le usanze così caratteristiche e le fogge dell’abbigliamento che esibiva turbanti e caftani dai colori lucenti, mai visti prima, andò a stimolare la creatività di letterati e pittori. In particolare, la figura dell’orientale a Venezia aveva conquistato la fantasia ritrattistica di Giambattista e Giandomenico Tiepolo, anche in chiave ironica.

Schiavoni fa di questo dipinto un ritratto che pare un’istantanea: il giovane orientale barbuto con turbante sembra essersi appena girato verso chi lo osserva, sta fumando, mostra l’abito fino alla spalla e trattiene nella mano sinistra la pipa, che ha l’aspetto di un narghilè.

La tela si presentava poco tesa e la superficie pittorica con piccole lacune e offuscata da depositi polverosi. Si è provveduto al ritensionamento e, dopo le prove di pulitura, alla detersione con Tween 20 al 2%, individuato come il prodotto più adatto; infine sono state stuccate e ritoccate le lacune.
Ora il dipinto potrà andare a decorare una delle sale del Museo Sartorio, come ai tempi in cui la famiglia abitava l’incantevole villa.

Arte

Notizie

Condividi